
La Straz Graniczna, la Guardia di Frontiera polacca, nasce tra gli anni ’50 e ’60 con il nome di Forza di Protezione della Frontiera. L’ unità si avvaleva originariamente di uno Squadrone Aviazione di stanza presso Wicko, sulla costa baltica. Lo Squadrone viene sciolto nel 1972 e sostituito dagli apparecchi del 103° Reggimento Aereo. Nel 1991 avviene il cambio di nomenclatura in Guardia di Frontiera (Straz Graniczna in polacco), e l’ unità si trasforma in una forza paramilitare con il compito di effettuare pattugliamenti lungo le frontiere terrestri e marittime della Polonia. Un più efficace controllo è garantito dall’ uso di elicotteri, i primi dei quali sono iniziati ad affluire a partire dall’ ottobre 1996. Gli apparecchi (due PZL Kania e cinque PZL-104M Wilga) sono attualmente di stanza presso l’ aeroporto internazionale di Gdansk-Rebiechowo.

Quello della permeabilità delle frontiere polacche, in particolar modo nei confronti del contrabbando, è un problema che è andato a rafforzarsi a partire dal 26 settembre 1998. In tale occasione, una gang criminale proveniente dalla Germania, dopo aver assaltato due guardie di frontiera, ha effettuato con successo il forzamento della frontiera polacca per mezzo di quattro Tir. Nonostante i numerosi posti di blocco, i mezzi non sono mai stati ritrovati. La Polonia ha una lunga storia nella lotta al contrabbando, e non è infrequente il verificarsi di tali episodi. Quando avviene il forzamento di un posto di frontiera, vengono allertate le unità speciali in stand-by in ognuna delle undici unità regionali della Straz Graniczna. Queste unità d’ intervento rapido (con base principale a Varsavia), possono entrare in azione su veicoli o a bordo degli elicotteri della Guardia di Frontiera. Una particolare sorveglianza è riservata ai 60 chilometri di frontiera con la Germania che si stendono tra Gryfino e la baia di Szczecinski, spesso utilizzati per il traffico di automezzi rubati.