Scorpions Brigade (S.W.A.T. “Al Hillah”) – Special Weapons And Tactics

Il luogo è un villaggio rurale a sud di Baghdad. E’ notte quando un convoglio di ventuno pick-up, recanti uno stemma con uno scorpione nero ed un pugnale, fanno il proprio ingresso all’ interno del centro abitato. Ne scendono dei poliziotti armati, i volti coperti da un passamontagna nero. Gli agenti bussano alle porte di alcune abitazioni, sono alla ricerca di venti uomini, rispondenti ad altretanti nominativi inseriti all’ interno di una lista di sospetti terroristi. Nella maggior parte dei casi, i poliziotti sono fatti entrare nelle abitazioni, ma quando alcune delle porte non vengono aperte, gli agenti non esitano a sfondarle. Alcuni uomini con i polsi legati da legacci in plastica, vengono tratti in arresto e trasportati verso la base operativa avanzata per gli interrogatori. Quella appena descritta, è una delle operazioni condotte a partire dal settembre 2004, dagli uomini del reparto “Al Hillah” (anche noti come gli “Scorpioni”), strutturato sulla base delle unità S.W.A.T. (Special Weapons and Tactics) della polizia statunitense ed inserito all’ interno delle forze di polizia dell’ Iraq post Saddam. [break][break]
26 gennaio 2006: gli uomini della S.W.A.T. Al Hilla ripresi durante un’ irruzione simulata (Army Photo by Sgt. Jorge Gomez)
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Il Sergente Mike Routh, membro del team S.W.A.T. (Special Weapons And Tactics) della città di Hannibal (Montana) ed in forze presso il 168th Military Police Battalion dello U.S. Army, ripreso durante l’ addestramento basico delle reclute dell’ Al Hillah, nell’ ottobre 2003 (foto &copy Thorne Anderson)

L’ addestramento di questi uomini ha avuto inizio nel settembre 2003, quando 41 reclute (tutte provenienti dal dipartimento di polizia di Hilla, da cui il nome dell’ unità Al Hilla=quelli-di-Hilla) hanno intrapreso un corso tenuto dal 168th Military Police Battalion statunitense. “Sembra assurdo ma tutto quello che abbiamo fatto il primo giorno, è stato insegnare loro il metodo corretto di camminare mentre si punta un’ arma”, racconta il Sergente Mike Routh, membro dell’ unità S.W.A.T. della città di Hannibal (Montana) ed in servizio attivo in Iraq con il 168th Military Police Battalion. “Sarà un addestramento molto lungo, ma i ragazzi sembrano voler davvero imparare”. Nell’ ottica del piano di ricostruzione dell’ Iraq, forgiare una forza di polizia qualificata per porre in essere anche i compiti più rischiosi, sarà di grande utilità per incrementare il senso di sicurezza dei cittadini iracheni, consentendo alle truppe della Coalizione di spostarsi gradatamente al di fuori dei centri abitati. Una delle reclute, durante una pausa da un’ esercitazione di perlustrazione di un edificio, puntualizza: “Questo addestramento non è solo per noi, è per il popolo iracheno”. Durante l’ era di Saddam, agli agenti venivano impartite tecniche di polizia abbandonate dagli agenti statunitensi dagli anni ’60. L’ addestramento dovrà quindi ripartire da zero, dato che diversi poliziotti non sono più stati in grado di frequentare i poligoni di tiro dai tempi dell’ Accademia di Polizia. Purtroppo, nonostante l’ impegno profuso da molti membri dell’ unità, ancora molto resta da fare sotto il punto della disciplina. Più di una volta, infatti, gli agenti hanno fatto il loro arrivo sul luogo delle operazioni in ritardo e, nel corso di un intervento nella città di Jabella, sembra che alcuni degli agenti si siano appropriati di un quantitativo di gioielli rinvenuti all’ interno di una casa. La condotta di parte degli uomini, rispecchia quindi un atteggiamento ancora spiccatamente “arabo”, per quanto concerne l’ etica professionale (gli agenti della “Al Hillah” ricevono comunque un trattamento economico superiore, venendo pagati circa 200 dollari al mese, rispetto ai 120 dei poliziotti “ordinari”).

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Sabato 20 Dicembre 2008, Al Hillah: operatori delle forze speciali statunitensi (probabilmente Green Berets), ripresi nel corso di uno stage sulle tecniche corpo a corpo a beneficio dell’ unita’ S.WA.T. locale (Foto © Associated Press/ Ahmed Alhussainey)

Dopo un periodo di addestramento nelle tecniche di polizia di base, la preparazione dei membri della neonata unità è stata trasferita direttamente sotto la responsabilità della Force Recon della 24th Marine Expeditionary Unit (M.E.U.) dello United States Marine Corps. I marines (a partire dal luglio 2004) hanno quindi letteralmente dato “fuoco alle polveri”, innalzando sensibilmente il livello di preparazione delle reclute ed occupandosi dell’ addestramento specialistico degli agenti. “L’ unità è comparabile ad un team S.W.A.T. solo di nome, ma per quanto concerne l’ addestramento e le capacità di intervento diretto, è molto più che un’ reparto paramilitare. E’ maggiormente simile ad una forza per operazioni speciali militari statunitense”, afferma un portavoce della 24th Marine Expeditionary Unit (M.E.U.). Gli agenti iracheni sono stati addestrati nel Close Quarters Battle (C.Q.B.), nel tiro di precisione, in tecniche di primo soccorso e nella pianificazione ed esecuzione delle operazioni. A partire dal settembre 2004, la Force Recon ha successivamente condotto diverse missioni con gli uomini della S.W.A.T. irachena, onde testare direttamente sul campo le effettive capacità operative dell’ unità.

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Sabato 20 Dicembre 2008, Al Hillah: operatori delle forze speciali statunitensi (probabilmente Green Berets), ripresi nel corso di uno stage sulle tecniche corpo a corpo a beneficio dell’ unita’ S.WA.T. locale (Foto © Associated Press/ Ahmed Alhussainey)
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Un poliziotto dell’ Al Hillah munito di fucile d’ assalto AK-47, ripreso nel corso di un pattugliamento nella cittadina costiera di Umm Qasr (foto &copy AFP / Saeed Khan)

Al 12 ottobre 2004, erano 175 gli operatori della “Al Hillah” ed il numero dovrebbe crescere a 200 per il mese di dicembre.”E’ un’ unità nuova, ma già in grado di prendere il comando nelle operazioni da noi tenute contro gli insorgenti – afferma il Capitano dei Marines David Nevers – Un mese fa [a settembre; ndr] abbiamo condotto un’ operazione, pianificata per la maggior parte da questa unità, che si è successivamente posta alla testa dell’ attacco. L’ operazione è stata un successo ed ha posto le basi per il lavoro che stiamo effettuando adesso.” Nonostante le tragiche notizie trasmesse dai media internazionali, sembra che (a partire dalla fine di settembre 2004) il movimento ribelle stia progressivamente perdendo presa sulla popolazione, soprattutto a causa delle continue stragi di civili iracheni perpetrate dai terroristi. Nel corso della prima settimana di ottobre, la S.W.A.T. “Al Hillah” e circa 800 uomini delle forze di sicurezza irachene (supportati da 1300 Marines) hanno lanciato un attacco contro le roccaforti terroriste a sud del Triangolo Sunnita. La zona di operazioni ha interessato la provincia di Babil, sede dell’ antica Babilonia. L’ offensiva si è protratta per tutta la seconda settimana del mese, con le forze terroriste sempre più indebolite. Lunedì 11 ottobre, una base dei terroristi è stata assaltata dalle forze statunitensi ed irachene. Il raid ha portato all’ abbattimento di due elementi ed alla cattura di oltre dieci altri. L’ unità “Al Hillah” ha, anche in questo caso, giocato un ruolo fondamentale quale “punta di lancia” nell’ assalto. Alla domanda se gli uomini dell’ unità siano maggiormente efficaci sul campo, rispetto ai migliori combattenti incontrati nel corso dell’ invasione della primavera 2003, Nevers risponde: “Certo e sono anche meglio degli iracheni con i quali abbiamo combattuto nell’ aprile 2004 [nel corso dei combattimenti di Fallujah e Ramadi; ndr].”

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Un’ immagine dell’ operazione della Al Hillah nella città di Jabella (foto &copy Kevin Sites)
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“Questi uomini – continua il Capitano Nevers – sono eccezionalmente efficaci nel ripulire gli edifici e nelle azioni dirette. Aggrediscono letteralmente l’ obiettivo come uno sciame di insetti e questo ha un effetto emotivo tremendo sul nemico.” Secondo il Capitano Thomas “Tad” Douglas, la forza della “Al-Hillah” risiede principalmente nell’ agire quale unità d’ assalto e forza d’ urto. “Gli iracheni sono abili nell’ attaccare una particolare area e ripulire rapidamente più edifici alla volta. Ho paura che quando passeremo ad addestrarli in azioni di precisione e maggiormente circoscritte, potrebbero perdere quell’ aggressività e quella velocità che gli ha permesso fino ad ora di lavorare così bene”, continua Douglas.
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Sabato 20 Dicembre 2008, Al Hillah: addestramento al corpo a corpo sotto la supervisione di istruttori delle forze speciali statunitensi (Foto © Associated Press/ Ahmed Alhussainey)
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26 gennaio 2006: gli uomini della S.W.A.T. Al Hilla ripresi durante un’ irruzione simulata (Army Photo by Sgt. Jorge Gomez)

Quando la “Al Hillah” colpisce, lo fa velocemente e duramente. Gli operatori piombano sull’ obiettivo a bordo delle loro pick-up bianche munite di mitragliatrici su affusto. Gli uomini si lanciano fuori dai mezzi e danno l’ attacco alla postazione nemica armati con fucili d’ assalto AK-47 e SIG Sauer, pistole, fucili e bombe a mano. Normalmente vestono tute color cachi con la bandiera irachena sul braccio sinistro. Passamontagna dello stesso colore (o neri) a coprire il volto. Mentre gli agenti fanno irruzione negli edifici, elicotteri ed aerei da combattimento sorvolano la zona, pronti a fornire il C.A.S. (Close Air Support) agli uomini a terra. I Marines rimangono invece in stand-by a circa cinquecento metri dall’ obiettivo, quale eventuale rinforzo. Tale pratica è effettuata in particolar modo nei pressi dei luoghi sacri e delle moschee, cui vengono fatte avvicinare esclusivamente le forze di sicurezza irachene. La velocità degli assalti della “Al Hillah” consente di ridurre le perdite al minimo. Il Colonnello iracheno a comando dell’ unità, afferma che i successi dei suoi uomini hanno contribuito ad infondere un maggior senso di sicurezza ed un rinnovato orgoglio nazionale, tanto tra le forze regolari, quanto fra la popolazione irachena. “Siamo un tutt’ uno con gli americani – afferma il Colonnello – L’ addestramento è molto buono e sono soddisfatto dei progressi che stiamo facendo. Riusciremo a distruggere chi minaccia il nostro Paese.” Sfortunatamente, i mass media internazionali, sembrano maggiormente interessati a riportare le quasi quotidiane notizie riguardanti attentati dinamitardi, piuttosto che i successi delle nuove forze di polizia e militari irachene.

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Un manifesto della nuovissima S.W.A.T. Al Hillah irachena. La scritta in arabo recita SWAT IRACHENA (Courtesy of Capt. David Nevers, 24th Marine Expeditionary Unit)
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Sabato 20 Dicembre 2008, Al Hillah: operatori delle forze speciali statunitensi (probabilmente Green Berets), ripresi nel corso di uno stage sulle tecniche corpo a corpo a beneficio dell’ unita’ S.WA.T. locale (Foto © Associated Press/ Ahmed Alhussainey)
Agli inizi dell’ ottobre 2004, diversi commandos della polizia irachena hanno preso parte alle operazioni nella città di Samarra (a sud-est di Tikrit), localizzata al centro del Triangolo Sunnita, a fianco della 1st Infantry Division dello U.S. Army, il famoso Big Red One. Il 15 novembre 2004, nel villaggio di Mahmudiyah (situato a sud di Baghdad) la “Al-Hillah”, supportata da elementi della 24th Marine Expeditionary Unit, ha posto in essere la liberazione di un ostaggio. L’ uomo, un camionista di nazionalità irachena accusato dalle forze terroriste di lavorare per la Coalizione, è stato trovato all’ interno di un compleso di edifici nei pressi di Mahmudiyah. L’ uomo è stato successivamente trasportato presso una struttura militare statunitense, ove ha ricevuto le prime cure. Nel corso della stessa operazione, sono stati arrestati quattro elementi ricercati per attività terroristica. [break][break] [break]
Reclute dell’ Al Hillah riprese nel corso di un’ esercitazione di perlustrazione di un edificio, nell’ ottobre 2003.  (foto Thorne Anderson)

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Oltre alla S.W.A.T. di Al Hilla, in Iraq sono presenti unita’ similari localizzate in diverse aree del Paese. Vi presentiamo a seguire una serie di immagini facenti riferimento alle unita’ di pronto intervento dei dipartimenti di polizia delle citta’ di Najaf (uniformi scure) e Baghdad. [break][break]

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