Operazione “Shahid”

Firenze, 8-9 Maggio 2004

“Se dovessimo colpire in Italia potremmo farci saltare davanti a I Gigli o al cinema di fronte, così ci sarebbero migliaia di morti. Se Dio ci accoglie fra i suoi martiri, diventeremo gli angeli custodi delle nostre famiglie.” – Mahamir Rashid, Imam della moschea di Sorgane


Uno degli estremisti islamici arrestati a seguito dell' operazione SHAHID

Stavano per lanciare un attacco contro il contingente italiano in Iraq e si preparavano ad effettuare una carneficina in Italia, ma la D.I.G.O.S. li ha bloccati per tempo. Si tratta di cinque musulmani nord africani (tunisini ed algerini) facenti parte di una cellula di Al-Qaeda. Tra gli arrestati anche l’ Imam (la “guida spirituale”) della moschea di Sorgane, sorta alle porte del capoluogo toscano. Le indagini per l’ operazione “SHAHID” (“MARTIRE”) hanno avuto inizio nel 2003, da parte della D.I.G.O.S. di Genova, la quale aveva posto sotto osservazione speciale alcuni extracomunitari maghrebini frequentanti la moschea di Firenze. Dopo un anno di intercettazioni ambientali, gli investigatori hanno fatto scattare le manette ai polsi dei cinque islamici, tra i quali figura appunto la “guida spirituale” della moschea di Sorgane, nell’ hinterland fiorentino. Quattro dei cinque terroristi islamici si preparavano a partitre alla volta di Yemen e Siria, e da qui verso Baghdad, non più tardi del 10 maggio. Valutata l’ imminenza della minaccia, nella notte a cavallo tra l’ 8 ed il 9 è scattato l’ intervento della D.I.G.O.S.. Gli estremisti (due 26enni, un 27enne e un 24enne), erano immigrati regolari residenti a Firenze, dove svolgevano lavori saltuari. Il quinto uomo, il trentaduenne Mahamir Rashid, era succeduto nella carica di Imam a un altro islamico, anch’ egli allontanato perché sospettato di arruolare terroristi fondamentalisti. E anche lui era pronto a partire alla volta dell’Iraq, tanto che nella moschea di Sorgane i fedeli stavano preparando la successione a favore del suo sostituto.



Agenti della D.I.G.O.S. scortano uno dei terroristi

Agghiaccianti le registrazioni prodotte dagli investigatori per la stampa, le quali rivelano il proposito non solo di colpire i nostri militari, ma anche quello di massacrare centinaia di civili inermi in Italia. “Non devi avere paura di nessuno. Hai il tuo fucile pronto. Carichi, guardi avanti, segui i soldati, poi esci allo scoperto e spari senza sbagliare un colpo e così il bersaglio si prende qualche proiettile (…) Dobbiamo andare in macchina come siamo adesso con 300 chili di esplosivo e farci esplodere su Baghdad”. Questa l’ idea per gli attentatori da inviarsi in Iraq, i quali avrebbero ripiegato in Italia in caso di impossibilità a colpire i nostri ragazzi in divisa, prendendo di mira un centro commerciale od un cinema multisala. “Se invece dovessimo colpire in Italia potremmo farci saltare davanti a I Gigli o al cinema di fronte, così ci sarebbero migliaia di morti. Se Dio ci accoglie fra i suoi martiri, diventeremo gli angeli custodi delle nostre famiglie. Siamo martiri viventi (…) Sceicco, quando penso alla strada del martirio, non credere che non abbia immaginato un’ alternativa. Ma anche se me la lastricassero con tutto l’oro del mondo, io non avrei dubbi. Non posso scegliere che la prima, non la cambierei con nient’altro e rimango sveglio tutta la notte. Mi sembra un progetto universale, grandissimo (…) Stare in Italia è pericoloso perché ci allontana dalla religione. E’ obbligatorio che un musulmano vada alla jihad almeno una volta ogni due anni… E’ il momento di agire prima che sia troppo tardi. Siamo al punto di non ritorno”. Unanime il coro proveniente dai musulmani della moschea di Sorgane, i quali hanno difeso il proprio Imam, definito ai microfoni del filoislamico TG3 della RAI quale elemento pacifico e non violento.



Ancora un' immagine di uno dei musulmani che si preparavano ad effettuare attentati in Iraq ed Italia



Mentre ci sembra superfluo ogni tipo di commento in merito alle intercettazioni effettuate, ci sentiamo in dovere di proporre agli organi investigativi tutti (che comunque sappiamo frequentare questo sito internet) una maggiore e più serrata attività di controllo su tutte le comunità islamiche presenti in Italia, le quali troppo spesso finiscono per farsi scudo degli oramai abusati e pericolosi concetti di integrazione e tolleranza, salvo poi tramare ai danni del Paese che li ha accolti.

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