
Il Detachment 1 (DET.1) era un progetto sperimentale, che ha rappresentato il contributo iniziale dello United States Marine Corps allo Special Operations Command (S.O.COM.) ed e’ stato composto da circa ottantasei operatori guidati dal Colonnello Robert J. Coates, ex Comandante della 1st Force Reconnaissance Company. Posto sotto la responsabilita’ del Naval Special Warfare Squadron One della U.S. Navy, esso era di stanza presso Camp Del Mar Boat Basin, il DET.1 ed e’ stato attivato il 20 giugno 2003 quale programma pilota volto ad inserire unita’ del corpo dei Marines all’ interno dello S.O.COM. A seguito dei massacri perpetrati da Al Qaeda l’ 11 settembre 2001, lo U.S.M.C. ha infatti iniziato a lavorare per l’ integrazione di alcune delle proprie unita’ all’ interno dello Special Operations Command, attraverso la creazione del DET.1 L’ emblema dell’ unita’ era composto da un brevetto da paracadutista, una maschera da sommozzatore per la qualifica di nuotatore da combattimento e dalla patch dei Marine Raiders, costituita da un teschio su campo rosso contornato da stelle su sfondo blu. I Marine Raiders vennero formati nel corso del Secondo Conflitto Mondiale, allo scopo di effettuare colpi di mano volti alla conquista di spiagge, colline e condurre azioni di guerriglia contro le forze imperiali giapponesi. Il DET.1 raccoglieva quindi l’ eredita’ dei propri illustri predecessori nella guerra non convenzionale. A seguito della nascita del Marine Special Operations Command (MAR.S.O.C.), avvenuta il 1 novembre 2005, il DET.1 e’ stato integrato nel Marine Special Operations Regiment del Comando nel 2006.
Il DET.1 ha selezionato i suoi primi operatori attingendo direttamente dai fascicoli personali di oltre cinquecento uomini del Force Recon i quali, dopo una prima attenta selezione, sono stati sottoposti al Marine Special Ops Training Course. Nonostante questo, solo 24 membri dell’ unita’ provenivano effettivamente dal Force Recon. Il DET.1 era abilitato alla conduzione di azioni dirette, ricognizioni a lungo raggio, operazioni T.R.A.P. (Tactical Recovery of Aircraft Personnel), abbordaggio e perquisizione di naviglio e poteva assolvere (su scala limitata) compiti di F.I.D. (Foreign Internal Defence), addestrando personale militare dei Paesi alleati.
L’ unita’ consisteva di 81 Marines e 5 Navy Corpsmen, suddivisi in 4 sezioni:
- ricognizione (30 operatori);
- intelligence (29 operatori), al cui interno si trovava un elemento comando, un Radio Reconnaissance Team (9 operatori), uno Human Intelligence Exploitation Team (H.E.T.) da 6 operatori, ed un gruppo misto composto da 12 uomini;
- nucleo antincendio (7 men);
- quartier generale;
Dopo aver ottenuto la certificazione Navy Special Warfare (N.S.W.) e completato ulteriori corsi specialistici, il personale del DET.1 e’ stato dispiegato in Iraq con il Naval Special Warfare Squadron One, dall’ Aprile all’ Ottobre 2004. Il DET.1 ha effettuato circa ventitre azioni dirette, e diverse ricognizioni speciali ed operazioni di supporto a diverse unita’ della coalizione. A seguire, la cronologia del dispiegamento in Iraq:
13 – 16 Gennaio: ufficiali del DET.1 vengono inviati in Qatar, Bahrein ed Iraq per iniziare una valutazione dell’ area pre-dispiegamento
22 – 29 Febbraio: il DET.1 ottiene la certificazione pre-dispiegamento presso la base aerea di Edwards, California.
6 Aprile: il DET.1 e’ dispiegato in Iraq, allestendo la propria bae di operazioni in prossimita’ del Baghdad International Airport. Elementi della cellula intelligence vengono distaccati a supporto di altre unita’, mentre la Task Unit Raider, sotto il comando del Naval Special Warfare Task Group – Arabian Peninsula avvia una serie di azioni dirette contro obiettivi ostili.
28 Maggio: il comandante del Naval Special Warfare Task Group – Arabian Peninsula riceve l’ ordine di impiegare parte dei propri assetti per la protezione di quattro figure chiave del governo ad interim. Alla Task Unit Raider spetta la protezione di uno dei due vice presidenti iracheni.
3 Giugno 2004: la Task Unit Raider e’ nuovamente assegnata all’ esecuzione di azioni dirette. Un piccolo distaccamento viene accorpato al G.R.O.M. (Grupa Reagowania Operacyjno Mobilnego) polacco, e rinominato Task Unit Thunder.
8 Giugno 2004: la Task Unit Raider effettua l’ operazione “Objective Razor”, il terzo di una serie di tre raid su di un H.V.T. (High Value Target), nel corso del quale vengono messe in campo tutte le capacita’ dell’ unita’.
11 – 17 Agosto: la Task Unit Raider supporta distaccamenti dei “Green Berets” presso al-Kut, riuscendo nell’ obiettivo di spingere i ribelli sciiti fuori dalla citta’ e riconsegnarla nelle mani del legittimo governatore.
17 – 30 Agosto: supporto alla cavalleria dello U.S. Army, nel corso di scontri con le forze dell’ esercito del Mahdi, presso Najaf. La Task Force Raider fornisce tiratori scelti, capacita’ di intelligence, e fuoco di supporto, costringendo i ribelli sciiti ad abbandonare la citta’.
30 Agosto: nel corso di un’ operazione diurna a Baghdad, l ‘unita’ cattura “Objective Rifle”, H.V.T. ricercato da ben cinque mesi.
2 Ottobre: il Naval Special Warfare Task Group – Arabian Peninsula termina le operazioni in Iraq, ed il DET.1 fa ritorno presso Camp Pendleton.
Uno studio condotto dalla Joint Special Operations University (J.S.O.U.) sul dispiegamento sperimentale in Iraq, faceva notare come l’ unita’ sarebbe stata in grado di effettuare operazioni F.I.D. (Foreign Internal Defence), controterrorismo, ed altre attivita’ proprie delle forze speciali. Il dispiegamento in Iraq ha pero’ evidenziato evidenti problemi interarma, con elementi della cellula intelligence, prestati ad unita’ della US Navy. Il DET. 1 e’ stato smantellato il 10 Marzo 2006, ed i suoi membri integrati nel MAR.SOC.