
La costituzione del nuovo esercito iracheno, si inserisce nella politica di ricostruzione e stabilizzazione dell’ Iraq post-Saddam Hussein. Dopo lo scioglimento di tutte le unità militari all’ indomani del crollo del regime (decisione che molti analisti reputano essere stata avventata), l’ obiettivo della Coalizione e del Premier iracheno ad interim Iyad Alawi, è quello di permettere alle rinate forze armate irachene di prendere gradualmente il controllo delle operazioni antiterrorismo entro la fine del 2004, all’ interno di Baqubah, Fallujah, Ramadi e Samaria. Tale strategia ha, quale fine ultimo, quello di ridurre gradualmente la presenza delle forze della Coalizione all’ interno delle aree urbane, le quali andrebbero quindi a posizionarsi nelle immediate vicinanze delle città, pronte (se necessario) nel fornire appoggio alle unità irachene. L’ addestramento dell’ Iraqi National Guard, è stato quindi rafforzato alla fine del 2004, onde spazzare via le ultime sacche di resistenza terrorista e consentire il sereno svolgimento delle elezioni generali del gennaio 2005. Dopo queste ultime, le unità irachene hanno progressivamente iniziato a prendere il posto delle unità statunitensi nelle maggiori città del Paese, allo scopo di inviare un messaggio di fiducia alla popolazione e di rendere nota agli elementi terroristi la determinazione del nuovo Governo eletto democraticamente.


Nel settembre 2004, il numero dei militari della National Guard ammontava a 38.661 membri, i quali, dopo aver completato tre settimane di addestramento base, sono stati affiancati ad unità occidentali per pattugliamenti congiunti. “I militari sono accorpati alle nostre unità per un periodo di otto settimane- dichiara il Generale Walter Sharp, Direttore strategico e politico per il Joint Chiefs of Staff- nel corso delle quali effettuano addestramenti in condizioni operative reali.” Quaranta dei quarantacinque battaglioni dell’ I.N.G. attivi al settembre 2004, hanno così avuto modo di effettuare operazioni su base giornaliera, tanto autonomamente, quanto supportati dalle forze statunitensi.


Nel corso dell’ assedio a Najaf dell’ agosto 2004, i militi U.S.A. hanno ricevuto il supporto di due battaglioni dell’ Iraqi Intervention Force (unità chiave nelle operazioni di contro-insurrezione), di un battaglione di commandos, di un battaglione dell’ I.N.G. e di reparti della polizia irachena (probabilmente si tratta dell’ unità S.W.AT. “Al Hilla”). L’ obiettivo del Ministero della Difesa iracheno, sarebbe quello di raggiungere quota 62.000 militari, divisi in 65 battaglioni. Ma uno fra gli impegni piu’ pressanti, sarà quello di impartire una severa disciplina fra i soldati, onde evitare che si verifichino abusi nei confronti di prigionieri. In forza di ciò, appare necessario procedere ad una corretta formazione dei quadri ufficiali, compito, questo, svolto tramite l’ invio di personale iracheno presso le accademie militari statunitensi ed italiane.




In un teatro operativo quale quello iracheno, con la maggioranza degli scontri aventi luogo in aree urbane e sub-urbane, la preparazione di adeguate unità speciali non può che rappresentare una priorità per i Ministeri della Difesa e degli Interni. Allo stato attuale, il Ministero della Difesa risulta aver allestito un battaglione commando ed un’ unità controterrorismo, oltre alla Brigata “Shahwanis”, l’ unico reparto con compiti di intelligence.


Per i compiti piu’ delicati e la lotta al terrorismo l’ Iraqi Army si affida a l’ Iraqi Special Operations Force (I.S.O.F.). L’ I.S.O.F. ha la consistenza di una Brigata, ed e’ costituita da un battaglione denominato Iraqi National Counterterrorism Force (I.N.C.T.F.)., quattro Battaglioni Commando, un Battaglione di supporto ed un’ unita’ speciale da ricognizione. Queste unita’ erano spesso chiamate ad intervenire a fianco delle truppe statunitensi, prima del loro ritiro dalle citta’ avvenuto nel Giugno 2009. La I.S.O.F. e’ nata nella primavera del 2003 nel deserto della Giordania, grazie all’ addestramento fornito da istruttori provenienti dai ranghi dei “Green Berets” dello U.S. Army e dalle forze speciali giordane. Nel Novembre 2005, l’ unita’ era forte di 1440 elementi. All’ estate 2009 la I.S.O.F. aveva raggiunto la consistenza di circa 4564 uomini dislocati in quattro basi regionali a Bassora, Mosul, Diyala ed Al Asad, un numero che sembrerebbe destinato a raddoppiare nei prossimi anni. Entro Dicembre 2009, la I.S.O.F. sara’ dotata di una propria cellula d’ intelligecene, indipendente dagli altri apparati di raccolta informazioni iracheni.


Per formare le forze speciali del nuovo esercito iracheno, i “Green Berets” hanno addestrato prevalentemente personale molto giovane e di etnia curda e sciita. Il risultato e’ stato quello di creare un’ unita’ plasmata sulla linea delle forze speciali statunitensi per mentalita’, procedure operative ed equipaggiamento e ponendola direttamente sotto il controllo di queste ultime. Al trasferimento della responsabilita’ per la I.S.O.F. dal controllo americano a quello iracheno, avvenuto progressivamente a partire dal 2007 e sotto la supervisione dell’ Iraq National Counter-Terror Force Transition Team, l’ unita’ non e’ stata pero’ posta sotto il controllo del Ministero della Difesa o degli Interni iracheno.


Le alte gerarchie militari statunitensi hanno infatti chiesto la creazione di una struttura ad hoc nota come Counter-Terrorism Bureau (avvenuta grazie ad una direttiva emanata dal Primo Ministro Nuri al-Maliki) all’ interno della quale inserire la I.S.O.F, la quale risponde direttamente agli ordini del Primo Ministro. Il Parlamento iracheno non ha quindi alcun controllo sulla I.S.O.F. La creazione del Counter-Terrorism Bureau e’ stata supervisionata dal Tenente Colonnello Roger Carsten, ex appartenente ai “Green Berets”, il quale afferma che tale tipo di catena di comando potrebbe costituire il modello per tutte le unita’ controterrorismo del mondo.

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L’ addestramento dell’ I.S.O.F. ha luogo presso l’ Area IV, una base ubicata nei pressi del Baghdad International Airport, dove i militari iracheni sono acquartierati con gli operatori dei “Green Berets”. A capo della rappresentanza statunitense nel Iraq National Counter-Terror Force Transition Team si trova il Generale Trombitas, l, qulae ha trascorso sette dei suoi trenta anni di servizio nello U.S. Army ad addestrare le forze speciali di Salvador, Colombia e diverse altre nazioni. Trombitas spiega come anche le forze speciali salvadoregne siano state coinvolte nell’ addestramento della I.S.O.F. “E’ un mndo di colaizioni”, spiega Trombitas. “Piu’ lavoriamo insieme, piu’ diventiamo simili. Quando condividiamo con i nostri valori e le nostre esperienze con altri eserciti, li avviciniamo a noi.”


Nonostante il passaggio di responsabilita’ per la I.S.O.F. in mani irachene, sembra che gli apparati militari statunitensi siano ancora coinvolti tanto con la pianificazione e l’ esecuzione delle operazioni, quanto con lo studio delle tattiche operative e delle politiche d’ impiego per l’ unita’. A partire dal Gennaio 2008, gli ufficiali statunitensi hanno consentito ai Comandanti della I.S.O.F. di prendere parte alle operazioni della propria unita’, la quale ha finalmente cominciato ad operare in completa autonomia e svincolata dal controllo diretto statunitense nell’ estate 2008.


La I.S.O.F. ha effettuato numerose catture di elementi terroristi presso Sadr City, il, sobborgo di Baghdad sotto il controllo delle milizie dell’ Esercito del Mahdi, fondato dal clerico sciita Muqtada al-Sadr nel Giugno 2003. Il 20 maggio 2008, dopo un cessate il fuoco ordinato dallo stesso al-Sadr, sei battaglioni dell’ esercito iracheno hanno potuto prendere il controllo di Sadr City, occupando diverse posizioni precedentemente nelle mani dell’ Esercito del Mahdi, inclusi gli ospedali “Imam Ali” ed “al-Sadr”, e l’ ufficio politico di al-Sadr.


Ma la nascita ed il progressivo affrancamento della I.S.O.F. dal controllo statunitense, non e’ stato privo di incidenti di percorso. Come prevedibile, un unita’ che risponda agli ordini diretti del Primo Ministo, si presta a costituire un potenziale strumento repressivo nei confronti dei nemici politici dello stesso. Nell’ Agosto 2008 la I.S.O.F. ha fatto irruzione negli uffici del governo provinciale di Diyala, arrestando un membro dell’ Iraqi Islamic Party (il principale partito arabo sunnita). Nel Dicembre 2008 l’ unita’ ha arrestato trentacinque funzionari del Ministero degli Interni che sarebbero stati oppositori del partito di al Maliki. Nel marzo 2009 i militari hanno messo le manette ai polsi di almeno un leader degli Awakening Councils, una milizia sunnita la quale aveva ripetutamene chiesto di essere assorbita all’ interno delle forze armate. “(In questi casi) quando le truppe americane non si muovono con le forze locali, gli standard si allentano, ed e’ possibile che le unita’ possano anche divenire uno squadrone della morte” spiega il giornalista statunitense Mark Bowden, autore dei libri “Black Hawk Down” e “Killing Pablo”.
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