Iraqi National Guard – “Shahwanis” Brigade

Lunedì 8 novembre 2004, Fallujah: militari della Brigata di forze speciali Shahwanis, ripresi nel corso di un’ operazione notturna all’ interno dell’ ospedale di Fallujah

Battezzata con il nome del proprio fondatore, il Generale Mohammed Shahwani, la Brigata “Shahwanis” fa propri i compiti di effettuare blitz all’ interno di abitazioni e catturare elementi pericolosi, oltre ad essere l’ unica unità dell’ Iraqi National Guard (I.N.G.) ad effettuare operazioni di raccolta informazioni. Diversamente dagli altri reparti dell’ I.N.G., gli “Shahwanis” (costituiti prevalentemente da ex militari) rispondono direttamente ai Marines statunitensi, con i quali sono acquartierati ed effettuano operazioni congiunte (come accaduto, ad esempio, a Fallujah nel novembre 2004). I Marines si occupano di insegnare loro la disciplina e l’ arte del tiro di precisione e, più di una volta, la presenza di questi militari altamente motivati si è dimostrata utile per individuare terroristi stranieri fra i rivoltosi iracheni.

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Gli “Shahwanis” hanno effettuato numerose azioni di successo in tutto il Paese, catturando o abbattendo numerosi terroristi. Gli uomini di questa unità sono spesso chiamati in azione quando sia necessario effettuare controlli od arresti all’ interno di moschee e luoghi di culto, ove la presenza occidentale sarebbe vista quale una grave profanazione. La risolutezza dei militari della Brigata “Shahwanis” è esemplificata dalla loro cadenza in arabico: “Sono una baionetta, e colpisco duro! Sono pronto alla morte, non al disonore!”. La prima azione degli “Shahwanis”, sarebbe datata 18 settembre 2004.
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Come già menzionato, gli uomini della “Shahwanis” hanno preso parte alle operazioni di contro-insurrezione, tenutesi a Fallujah nel novembre 2004. Quattro risultano essere stati gli obiettivi nel mirino delle forze speciali statunitensi ed irachene. Si trattava di altrettanti leader terroristi, la cui cattura (od eliminazione) sarebbe stata considerata quale la chiave per la vittoria contro le formazioni armate asserragliatesi nella roccaforte sunnita. Il primo dei ricercati rispondeva al nome di Omar al Hadid, leader del gruppo “Vessillo Nero”, forte di circa 1500 elementi fedeli al terrorista giordano Abu Musab al-Zarqawi. Il gruppo di Hadid, accoglie tra le sue fila il grosso dei volontari provenienti da Siria, Yemen, Arabia Saudita e Giordania, oltre ai fondamentalisti sunniti locali. Il secondo bersaglio era costituito da Ahmed Samaka, il capo di una banda di delinquenti locali, responsabile di aver rapinato veicoli civili sull’ autostrada per Fallujah e sospettato di aver organizzato attacchi contro convogli statunitensi.
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Majed Abu Darah, ricopriva invece la carica di capo della sicurezza del distretto di Fallujah sotto il regime di Saddam Hussein e, dopo il crollo della dittatura, sarebbe divenuto il leader di una delle bande locali più pericolose, poiché costituita da ex membri della Guardia Repubblicana.
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Il quarto ricercato era stato individuato nella persona di Abdullah al-Janabi, capo tribale e membro influente del consiglio consultivo di Fallujah, in grado di raccogliere intorno a sé un ingente numero di uomini. Al-Janabi si è mostrato in disaccordo con la politica di al-Zarqawi in merito all’ assassinio di ostaggi, ciò non toglie come le attività del suo gruppo non siano propriamente filantropiche. Oltre che da fonti terroriste ed arabe, gli uomini di al-Janabi traggono infatti finanziamento da assalti a convogli, rapimenti, furto di auto ed estorsioni.

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