Iranian Armed Forces – Special Forces Division

Anni ’80: Pasdaran iraniani ripresi nel corso di un’ azione marittima durante il conflitto con l’ Iraq

La prima unita’ di forze speciali iraniane, venne formata negli anni ’70 all’ interno dell’ allora Iranian Imperial Armed Forces. Dal nome di 25th Airborne Brigade, il reparto fu allestito grazie al contributo delle forze armate statunitensi. Dopo la rivoluzione del 1979, l’ unita’ venne sciolta e molti dei suoi membri ottennero asilo politico in Occidente. Coloro i quali decisero di rimanere, allestirono una Special Forces Division, comprendente nuove unita’, alcune operanti sotto il comando di diversi enti delle forze armate, quali l’ esercito regolare, i Bassidjis (esercito irregolare) ed i Pasdaran (le Guardie Islamiche della Rivoluzione). Nel corso del conflitto contro l’ Iran di Saddam Hussein, un elevato numero di membri delle forze speciali venne letteralmente mandato allo sbaraglio in attacchi frontali contro le postazioni irachene, spesso finendo massacrati sui campi minati allestiti dal nemico.[break][break]

Uomini delle forze speciali iraniane sfilano durante una parata

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I membri della Special Forces Division fanno uso di fucili d’ assalto di fabbricazione statunitense M16 in cal.5,56mm, russi AK-47 ed AK-74 in cal.7,62mm e fucili di precisione S.V.D. (Snaiperskaya Vintoka Dragunov). Il Dragunov impiega proiettili cal. 7,62X54R, inseriti in caricatori da dieci colpi. Il peso complessivo (comprensivo di ottica di precisione) si aggira sui 4,3kg senza caricatore, mentre la lunghezza è di 1,225mm. La velocità iniziale del colpo è di 830 metri al secondo. A disposizione delle forze speciali iraniane, anche un certo numero di apparati per la visione notturna. Si tratta dei Thermovision 1000 (non piu’ in produzione) facenti parte di un lotto di circa 250 unita’ consegnate dalla Gran Bretagna all’ Iran nel 2003, nell’ ambito dello United Nations Drugs Control Programme (U.N.D.C.P.) ed utilizzati dalle unita’ speciali della polizia per il controllo del confine iraniano-afghano. Parte di tali sistemi per la visione notturna risultano inoltre essere finiti nelle mani degli Hezbollah libanesi ed impiegati nell’ estate 2006 in Libano contro l’ Israeli Defense Forces. Sempre in Libano, le forze israeliane hanno rinvenuto radio inglesi, anch’ esse facenti parte del lotto consegnato nel 2003.[break][break]

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Dalla fine della guerra contro l’ Iraq, membri della Special Forces Division sono stati visti operare in Libano (quali istruttori per i terroristi di Hezbollah), Bosnia (in attivita’ di raccolta informazioni sulle truppe statunitensi e N.A.T.O.) e Sudan (addestrando i militari dell’ esercito in tecniche di infiltrazione e sabotaggio). Al momento nel quale scriviamo (dicembre 2006) le forze speciali iraniane stanno affinando le proprie capacita’ ed allargando il proprio organico, in previsione di un futuro conflitto contro le forze statunitensi ed israeliane, dovuto alla controversia riguardante la “corsa al nucleare” avviata da Teheran. E’ nostra convinzione che elementi delle forze speciali siano stati posizionati nelle installazioni nucleari, onde contrastare eventuali azioni dirette ai danni dei siti suddetti ed effettuate da reparti speciali statunitensi o (piu’ verosimilmente) dell’ Israeli Defense Forces. Le forze speciali di Teheran, potrebbero quindi incentrare la propria preparazione, tanto sulla repulsione di attacchi alle centrali atomiche, quanto sulla riconquista delle stesse.[break][break][break]

“Sting operations” contro i trafficanti d’ armi iraniani 

Secondo quanto affermato da fonti di intelligence britanniche, il Department of Homeland Security (D.H.S.) statunitense e’ attivamente impegnato in Inghilterra in operazioni volte a minare le capacita’ di Teheran di dotarsi di apparati per la visione notturna. Nel corso del 2006, gli agenti del D.H.S. hanno infatti allestito una serie di sting operations nei confronti di individui ricercati dagli Stati Uniti con l’ accusa di terrorismo. Lo schema delle operazioni vede gli agenti sotto copertura stabilire un contatto con l’ individuo ricercato, per poi organizzare un incontro all’ interno di una camera d’ albergo e sotto l’ occhio elettronico di microcamere nascoste. Non appena le intenzioni del soggetto divengono chiare, gli agenti si dichiarano, ponendo in essere l’ arresto. Tale tecnica di “provocazione” (largamente impiegata su suolo americano dal Federal Bureau of Investigation) e’ pero’ illegale in Gran Bretagna ed e’ proprio questo ad aver posto sul piede di guerra diversi parlamentari inglesi, decisi a stabilire se i servizi di sicurezza nazionali fossero a conoscenza di tali operazioni o le avessero addirittura supportate. A cadere nella rete del D.H.S., anche l ‘uomo d’ affari ed ex ambasciatore iraniano in Giordania Nosratollah Tajik, arrestato nell’ ottobre 2006 mentre si preparava ad acquistare sofisticati apparati per la visione notturna da trafficanti di armi statunitensi (in realta’ agenti del D.H.S.), per un valore di tre milioni di dollari. Le prove contro Tajik sono state raccolte dagli operativi, nel corso di una serie di incontri in lussuosi hotel di Londra. Le autorita’ inglesi hanno arrestato Tajik poco prima che questo potesse acquistare l’ equipaggiamento. L’ accordo con i finti trafficanti di armi, prevedeva la modifica dei documenti di spedizione dell’ equipaggiamento, una volta giunto in Gran Bretagna. La merce sarebbe successivamente transitata attraverso la Turchia (registrata come doni dallo scarso valore commerciale, onde evitare controlli doganali), giungendo infine in Iran (attualmente sottoposto ad embargo sulle apparecchiature militari). Dopo una settimana di detenzione, l’ ex diplomatico (membro onorario della Durham University’s Institute for Middle Eastern and Islamic Studies) e’ stato rilasciato su cauzione, con obbligo di firma presso la stazione di polizia di Durham. Secondo un’ inchiesta sui gruppi terroristici sponsorizzati da Teheran e pubblicata nel febbraio 2005 dall’ House of Representatives, Tajik farebbe parte di un gruppo di diplomatici iraniani incaricati di reclutare terroristi per le cellule palestinesi.

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