Il SE.A.L. della U.S. Navy nell’ operazione “Urgent Fury”
Grenada, Ottobre – Dicembre 1983
Raggiunta la residenza del Governatore, i SE.A.L.s dovettero affrontare un contrattacco. Per respingerlo, furono inviati aerei da combattimento AH-1 Cobra dei Marines, caccia-bombardieri A-7 Corsair decollati dalla portaerei Indipedence ed una cannoniera AC-130 Spectre.
Fregio deL SE.A.L. (Sea Air Land) della U.S. Navy
Nell’ ottobre 1983 i team SE.A.L. (Sea Air Land) della U.S. Navy furono impegnati nell’ effettuare ricognizioni delle spiagge di Grenada, sulle quali sarebbero sbarcate le forze d’ assalto anfibio dei Marines. La prima operazione ebbe luogo nella notte tra il 23 ed il 24 ottobre, quando un team di dodici SE.A.L.s del N.S.W.D.G. (Naval Special Warfare Development Group) e di quattro Combat Controller dell’ U.S.A.F. venne paracadutato a quaranta chilometri a nord-ovest dell’ aeroporto costiero di Port Salinas, trentasei ore prima dell’ inizio delle operazioni militari. Il loro compito sarebbe stato quello di effettuare una ricognizione, per rilevare l’ entità e le posizioni delle forze nemiche. Durante la fase di ammaraggio con il paracadute, un forte vento, combinato al notevole peso dell’ equipaggiamento, provocò la perdita di quattro uomini del N.S.W.D.G. Il resto della squadra fu costretto ad abortire la missione, onde recuperare i corpi dei propri compagni. Le avverse condizioni meteorologiche ed il buio, impedirono però di individuare i corpi. A quel punto i superstiti non ebbero altra scelta che optare per il ritiro verso la zona di esfiltrazione prevista.
La seconda operazione che vide protagonista il N.S.W.D.G., ebbe luogo tra il 24 e il 25 ottobre. La missione prevedeva la cattura di una postazione radar nemica, onde interrompere le comunicazioni tra le forze ostili. I SE.A.L.s vennero infiltrati con elicotteri del 160th S.O.A.R. (Special Operations Aviation Regiment) nei pressi dell’ obiettivo. Gli incursori assaltarono la postazione radar, assumendone il controllo. Successivamente, una pattuglia nemica si avvicinò per controllare la zona, solo per cadere in un’ imobscata tesa dagli operatori, i quali uccisero alcuni soldati nemici, mentre altri riuscirono ad avvertire via radio il proprio comando, che inviò truppe appoggiate da mezzi blindati e mortai. Quando i SE.A.L.s, privi di armi anti-carro e fucili di precisione in calibro 12,7 mm che avrebbero potuto trapassare le blindature, si resero conto che non sarebbe stato possibile richiedere in tempo il supporto aereo, distrussero l’ installazione e ripiegarono via mare, raggiungendo il punto di esfiltrazione previsto per la missione. Quattro operatori rimasero feriti nel corso dell’ azione.
La mattina del 25 ottobre la terza operazione condotta dal N.S.W.D.G. vide l’ impiego di ventidue operatori. La loro missione prevedeva di trarre in salvo quello che l’amministrazione Reagan considerava il legittimo Governatore (Sir Paul Scoon), per evacuarlo in una zona sicura. Raggiunta la residenza del Governatore, i SE.A.L.s dovettero affrontare un contrattacco. Per respingerlo furono inviati aerei da combattimento AH-1 Cobra dei Marines, caccia-bombardieri A-7 Corsair decollati dalla portaerei Indipedence ed una cannoniera AC-130 Spectre. La battaglia durò ventiquattro ore e vide i SE.A.L.s mantenere la propria posizione all’ interno della villa, grazie al fuoco di supporto, fino all’ arrivo in zona di una forza composta da Marines, i quali rilevarono i SE.A.L.s, oramai a corto di munizioni. Nel corso dello scontro un operatore rimase ferito, mentre rimasero uccisi tre membri d’ equipaggio di due elicotteri AH-1 Cobra abbattuti.
Monumento alla memoria dei Marinai e dei Marines caduti nel corso dell' operazione URGENT FURY
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