Le milizie di Belgrado non potevano certo essere a conoscenza della vera natura di quel piccolo team di ossevatori O.N.U. che, armati solo di normali fucili d’ assalto SA-80 e muniti di uniformi da combattimento standard, avevano appena fatto entrare in citta’.
Il coinvolgimento britannico nei Balcani, vede le truppe di sua Maesta’ inizialmente impegnate in un’ operazione di tipo umanitario, alla quale vanno progressivamente affiancandosi missioni a carattere offensivo, giustificate dalla montante spirale di violenza nei confronti delle minoranze etniche presenti nell’ area. Il primo incarico degli uomini del Reggimento in qualita’ di osservatori, fu quello di monitorare la nuova alleanza stipulata tra bosniaci e croati. Compito degli operatori, sarebbe stato quello di eliminare ogni attrito eventualmente venutosi a formare tra le due parti. Al fine di dissimulare la presenza dello S.A.S. nell’ area, i team vennero chiamati Joint Commission Observers (J.C.O.s) e fu data loro l’ autorizzazione a muoversi a bordo delle caratteristiche Land Rover bianche delle Nazioni Unite. La posizione tradizionalmente ambigua dell’ O.N.U. e le indecisioni della N.A.T.O., giocarono nel mentre a favore dei serbi, i quali furono in grado (tramite accordi cui non avrebbero mai prestato fede) di guadagnare tempo e proseguire nelle “pulizie” etniche. In marzo lo S.A.S. registro’ il primo successo, negoziando il ritiro delle forze croate dalla citta’ musulmana di Maglai. Incoraggiato dal successo dell’ iniziativa, il Generale britannico Mike Rose (Comandante delle forze nell’ area) invio’ Alpha Two-One, una piccola pattuglia dello S.A.S., presso la citta’ di Gorazde, allora sottoposta ad un fitto bombardamento di artiglieria da parte serba. Sulla strada verso Gorazde, gli uomini del Reggimento avevano avuto modo di accorgersi dell’ ostilita’ serba, nel corso dei numerosi checkpoint disseminati lungo il tragitto. Ma le milizie di Belgrado non potevano certo essere a conoscenza della vera natura di quel piccolo team di ossevatori O.N.U. che, armati solo di normali fucili d’ assalto SA-80 e muniti di uniformi da combattimento standard, avevano appena fatto entrare in citta’. Una volta giunti a destinazione, gli operatori si stabilirono all’ interno di una vecchia banca in disuso, per poi allestire una postazione d’ osservazione in cima a cio che rimaneva dell’ Hotel Gradina. Dall ‘ alto dell’ edificio, i militi erano in grado di dominare la maggior parte delle strade circostanti e tenere sott’ occhio le colline dalle quali, quotidianamente, le truppe serbe prendevano di mira i civili con attacchi d’ artiglieria. Sottoposti ad un assedio fisico e mentale dai cecchini nascosti fra gli edifici, i cittadini di Gorazde conducevano una vera e propria esistenza fantasma. Al fine di sorvegliare le attivita’ delle truppe serbe ed il loro ammassarsi nell’ area, gli operatori del Reggimento diedero inizio ai pattugliamenti nei pressi delle postazioni nemiche. Gli uomini di Milosevic, da parte loro, iniziarono ad aprire il fuoco con sempre maggiore frequenza contro i militi britannici (i quali rispondevano richiedendo attacchi aerei), finche’, il 15 aprile 1994, due operatori dello S.A.S. furono gravemente feriti. Per gli uomini del Reggimento inviati a Gorazde, sarebbe stato l’ inizio di una sequela di eventi dai risvolti potenzialmente letali.
Alpha Two-One negozio’ un cessate il fuoco con i serbi, cosi’ da permettere l’ evacuazione medica (CAS.EVAC., Casualty Evacuation) tramite elicottero dei colleghi feriti. Il Caporale Fergus Rennie morira’ per i traumi riportati, mentre il secondo ferito (colpito ad un braccio) rifiutera’ l’ evacuazione, preferendo rimanere accanto ai colleghi. Ancora sotto il fuoco nemico, Alpha Two-One richiese a questo punto ulteriori sortite aeree contro le posizioni di artiglieria ed i carri armati serbi. A raccogliere la richiesta di Close Air Support (C.A.S.) fu il Tenente Nick Richardson della Royal Navy, in quel momento impegnato con il suo Sea Harrier in un’ esercitazione di supporto aereo. Giunto sull’ obiettivo, al momento di sganciare razzi a guida laser contro alcuni carri nemici posizionati su di una collina, l’ H.U.D. (Head-up Display) del Sea Harrier di Richardson falli’ nell’ agganciare i bersagli. Il pilota si trovo’ quindi costretto ad effettuare una seconda sortita, anch’ essa con esito negativo. Il Forward Air Controller di Alpha Two-One richiese quindi un terzo passaggio sugli obiettivi. Il Tenente Richardson, risoluto nel non lasciare senza copertura i colleghi a terra, decise di tentare nuovamente. E’ a questo punto che la situazione, gia’ di per se disperata, assume toni ancora piu’ drammatici. Il Sea Harrier viene colpito da un missile terra aria e Richardson e’ costretto ad eiettarsi dall’ apparecchio. L’ aviatore atterra non lontano da forze musulmane, le quali lo conducono presso la pattuglia dello S.A.S. bloccata a Gorazde. Al suo arrivo presso la banca ove Alpha Two-One ha trovato rifugio, un ufficiale del Reggimento spiega al pilota di caccia come egli sia appena passato dalla padella alla brace. Le milizie musulmane della citta’, dinnanzi ai fallimenti delle forze N.A.T.O. nel proteggere le popolazioni dell’ area, hanno dato il via ad una violenta rivolta. Una folla di civili inferociti si trova infatti in quel momento al di fuori della banca, tentando di farvi irruzione. Non volendo ricorrere all’ uso della forza, i militari chiedono al Comando il permesso di ritirarsi. Inizialmente negata, l’ autorizzazione viene infine concessa quando gli operatori decidono di contattare lo stesso Generale Rose. Ma l’ esfiltrazione tramite elicottero non puo’ avvenire a Gorazde, essendo troppo grande il rischio di far atterrare un apparecchio in una citta’ in rivolta e sotto il fuoco dei serbi. I militari dovranno quindi recarsi presso una vallata poco distante.
Il problema principale era ora quello di abbandonare Gorazde con un collega ferito, un pilota di Marina ed una guida locale di nome Ahmed, senza che musulmani e serbi se ne accorgessero. L’ oscurita’ avrebbe fortunatamente offerto copertura agli operatori, i quali, muniti di apparati per la visione notturna, guadagnarono facilmente la via d’ uscita dalla citta’. Giunta all’ interno di una foresta, la pattuglia si trovo’ a dover scalare una parete verticale. Pur con un ferito ed un civile al seguito, Alpha Two-One ebbe ben presto ragione dell’ ostacolo naturale. Giunti presso una vallata, i militari si accorsero pero’ dell’ impossibilita’ ad avvicinarsi per qualsiasi apparecchio. Dinnanzi a loro ed in lontananza, i bagliori delle esplosioni dell’ artiglieria serba illuminavano il paesaggio circostante. Gia’ in ritardo sulla tabella di marcia, Alpha Two-One dovette inoltre nascondersi per diversi minuti, a causa del passaggio in zona di un gruppo di militari serbi. Oramai impossibilitati a raggiungere il primo rendez-vous, gli operatori cercarono inutilmente di contattare i piloti dell’ elicottero incaricato di estrarli. Dopo diversi tentativi, i militari riuscirono a porsi in contatto con il Comando N.A.T.O., solo per scoprire che alcun elicottero sarebbe mai arrivato per estrarli, dato che nessuno avrebbe scommesso che Alpha Two-One sarebbe riuscita a lasciare Gorazde. Infuriati per essere stati letteralmente abbandonati al proprio destino, gli operatori decisero di contattare lo stesso Generale Rose, il quale organizzo’ personalmente l’ invio di un elicottero francese Puma in assetto C.S.A.R. (Combat Search and Rescue). Con soli pochi minuti di oscurita’ ancora a disposizione, Alpha Two-One aspetto’ impaziente nascosta tra gli alberi, finche’ il rumore delle pale dell’ elicottero annuncio’ l’ imminente estrazione. Una volta saliti a bordo dell’ apparecchio e fatto ritorno alla base, i militari non persero l’ occasione di ringraziare i due piloti francesi, per il coraggio dimostrato e per il tranquillo volo di ritorno. Di contro, i due aviatori, mostrarono agli uomini di Alpha Two-One i fori nella carlinga dell’ elicottero. Intenti a scherzare dopo essere finalmente stati tratti in salvo, gli uomini dello S.A.S. non si erano infatti accorti dei proiettili che andavano a schiantarsi contro l’ elicottero durante il volo verso la base.
16 aprile 1994, Gorazde, ex Iugoslavia: questa straordinaria immagine ci mostra Alpha Two-One inquadrata dalla telecamera F.L.I.R. dell' elicottero Puma, pochi secondi prima di essere estratta
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