Cuernavaca, 16 Dicembre 2009
In Messico, dal Dicembre 2006 al Maggio 2010, la guerra tra narcotrafficanti e fra questi ultimi e le forze governative, ha causato un totale di 20,399 morti.
- Melquisedet Angulo Córdova, l’ operatore delle forze speciali ucciso il 16 Dicembre 2009 durante il tentativo di cattura di Arturo Beltrán Leyva. La sua famiglia verra’ sterminata dai narcotrafficanti pochi giorni dopo il suo funerale, quale atto di rappresaglia
La lotta al narcotraffico in Messico ha assunto, da oramai un decina d’ anni, i contorni di una vera e propria guerra. Con la sconfitta dei cartelli di Cali e Medellin negli anni ’90, l’ epicentro del traffico di sostanze stupefacenti verso il nord America ha visto un lento ma inesorabile spostamento verso il Messico. I vari cartelli si danno oggi battaglia presso la citta’ di frontiera di Ciudad Juárez, per il controllo di un traffico responsabile per il 70% di tutte le sostanze stupefacenti importate negli Stati Uniti. Dal Messico arrivano quotidianamenente attraverso la frontiera con gli U.S.A. centinaia di chili di cannabis, metanfetamina ed eroina, per un giro d’ affari che sfiora i 48.4 miliardi di dollari all’ anno. Dal Dicembre 2006 al Maggio 2010, la guerra tra narcotrafficanti e fra questi ultimi e le forze governative, ha causato un totale di 20,399 morti. Nel corso del primo quinquennio del secolo attuale, l’ atteggiamento delle autorita’ e’ stato quasi del tutto passivo. Tra il Gennaio e l’ Agosto 2005, nella citta’ di Nuevo Laredo, 110 persone hanno perso la vita a seguito della guerra tra il cartello del Golfo e quello di Nuevo Laredo. L’ 11 Dicembre 2006, il neo eletto Presidente Felipe Calderón decide di imprimere una svolta nella politica di contrasto ai signori della droga, inviando 6,500 truppe federali nello stato di Michoacán, per fermare le violenze scatenate dai narcotrafficanti.
- La lotta al narco traffico in Messico e’ pricipalmente affidata alle forze speciali della Marina, qui riprese nel corso di un’ operazione in un’ area rurale
- 16 Dicembre 2009, Cuernavaca: elementi della Marina cinturano l’ obiettivo poco prima dell’ inizio dell’ assalto
Al Maggio 2010, la guerra tra narcotraficanti vedeva contrapposte due fazioni maggiori. La prima che racchiude i cartelli di Juárez, Tijuana, Los Zetas e Beltrán-Leyva; la seconda a raccogliere i cartelli del Golfo, di Sinaloa e La Familia Michoacana. Altri cartelli minori sono i Los Negros ed il cartello di Oaxaca. Le infiltrazioni dei trafficanti nelle forze di polizia federale, rappresentano uno dei problemi maggiori nella lotta al narcotraffico. Per fare fronte a tale problema, una sempre maggiore attenzione e’ posta sul monitoraggio delle azioni della polizia e sull’ eliminazione degli elementi corrotti dal corpo. Nel Giugno 2007, Calderón ha epurato 284 comandanti della polizia federale con legami con il narcotraffico. Nel 2008 e’ stata avviata una piu’ vasta e aggressiva azione contro gli ufficiali di polizia corrotti. Alti ufficiali sono stati processati per aver venduto informazioni ai cartelli od aver offerto loro protezione. Tra i nomi degli arrestati figurano diversi personaggi eccellenti quali: Victor Gerardo Garay Cadena (Comandante della Poizia Federale), Noé Ramírez Mandujano e José Luis Santiago Vasconcelos (ex direttori della Divisione Crimine Organizzato), e Ricardo Gutiérrez Vargas (ex direttore dell’ ufficio Interpol del Messico).
- 16 Dicembre 2009, Cuernavaca: elementi della Marina cinturano l’ obiettivo poco prima dell’ inizio dell’ assalto
Nelle operazioni di contrasto al narcotraffico viene progressivamete coinvolta anche la Marina Militare con le sue forze speciali (F.ES., Fuerzas Especiales). Tale mossa e’ stata determinata dal rigore morale che caratterizza le forze speciali, il quale rende pressoche’ impossibile l’ infiltrazione da parte di gruppi criminali. I risultati non tardano ad arrivare. Uno degli obiettivi dei commandos di Marina diviene Marcos Arturo Beltrán Leyva, leader del cartello Beltrán Leyva, del quale fanno parte anche i fratelli Mario Alberto, Carlos, Alfredo and Héctor. Il cartello e’ responsabile della produzione, del trasporto e della distribuzione di cocaina, marijuana, eroina e metanfetamina e controlla diverse rotte di contrabbando attraverso il confine con gli U.S.A. Gli uomini del cartello si sono macchiati di numerosi reati quali traffico di clandestini, riciclaggio di denaro, estorsione, rapimenti, omicidi, assassinii su commissione, tortura, traffico di armi e numerosi atti di violenza contro donne e bambini. Oltre a questo, il cartello Beltrán Leyva ha firmato gli omicidi di diversi tutori dell’ ordine.

L’ 11 Dicembre 2009, i militari individuano Marcos Arturo Beltrán Leyva all’ interno di un lussuoso complesso residenziale a Ahuatepec, Morelos, una cittadina ai limiti di Cuernavaca. Il traficante sta tenendo una festa natalizia per i suoi amici, alla quale partecipano diversi personaggi dello spettacolo ed una ventina di prostitute. Le forze speciali della Marina entrano in azione, ma Beltrán Leyva riesce a fuggire, mentre restano uccisi nel corso del conflitto a fuoco che ne scaturisce tre guardie del corpo ed un civile (un vicino di casa). Una dozzina di guardie del corpo del narcotrafficante sono catturate e 280,000 dollari in contanti vengono sequestrati all’ interno dell’ abitazione, insieme a 16 tra fucili d’ assalto AK-47 ed AR-15, settantaquattro caricatori, quattro pistole e 1,700 proiettili.
La fuga di Marcos Arturo Beltrán Leyva non dura pero’ a lungo. La settimana successiva il latitante viene individuato dai servizi di intelligence della Marina nel lussuoso complesso residenziale “Altitude” di Cuernavaca. L’ area viene cinturata per mezzo di mezzi blindati e circa duecento fanti di Marina (Infanteria de Marina). Un elicottero Mil Mi-17 sopraggiunge sul tetto dell’ obiettivo, inserendo elementi delle forze speciali tramite fast rope. Ne scaturisce una violenta battaglia che durera’ circa novanta minuti, e durante la quale le guardie del corpo di Beltrán Leyva lanciano una ventina di granate a frammentazione contro i militari.
Nel frattempo, tramite il suo cellulare, Beltrán Leyva chiama rinforzi. Una decina di uomini arrivano a dare manforte al trafficante, aprendo il fuoco e lanciando bombe a mano contro i soldati. Gli uomini delle forze speciali riescono infine a penetrare all’ interno dell’ appartamento obiettivo dove si nasconde il delinquente. Beltrán Leyva e tre guardie del corpo vengono abbattuti. Una quarta si suicida vigliaccamente piazzandosi una pallottola in testa. Nel conflitto a fuoco vengono feriti dall’ esplosione di una bomba a mano tre operatori delle forze speciali, uno dei quali, il trentenne Melquisedet Angulo Córdova, soccombera’ poco dopo. Le foto scattate all’ interno dell’ appartamento al termine dell’ operazione (pubblicate in questa pagina), mostrano i segni di un violentissimo conflitto a fuoco insieme all’ arsenale rinvenutovi.


Vengono sequestrati 40,000 dollari statunitensi in contanti, diverse migliaia di dollari canadesi, cinque fucili d’ assalto (AK-47 ed AR-15), una pistola e diversi pugnali. Il Governo messicano aveva inserito Marcos Arturo Beltran Leyva nella sua lista di super latitanti, offrendo una ricompensa di 2,1 milioni di dollari a chiunque potesse fornire aiuto alla cattura del boss del narco traffico.



Ad operazione conclusa, il Paese celebra il proprio eroe, Melquisedet Angulo Córdova. Il milite caduto viene seppellito nella sua citta’ natale di Tabasco il 21 Dicembre 2009. Una guardia d’ onore costituita dai colleghi del defunto, accompagna il feretro fino al cimitero. Córdova e’ insignito della medaglia d’ oro. Alla madre, Irma Córdova Palma, viene presentata la bandiera del figlio direttamente dalle mani del Segretario della Marina Mariano Francisco Saynez Mendoza. Mentre il Messico piange un figlio caduto, i narcos preparano nell’ ombra la loro vigliacca vendetta.
Poco dopo mezzanotte del 22 Dicembre, un gruppo di fuoco giunge presso la casa di Córdova a bordo di tre mezzi. Gli assassini fanno irruzione nell’ abitazione, massacrando la madre, la sorella, il fratello ed una zia del soldato. Un’ altra sorella di Córdova viene ferita ma si salvera’. Oltre tre dozzine di proiettili vengono sparati nel corso della spedizione di morte. L’ atto viene perpetrato come ritorsione verso la morte di Arturo Beltrán Leyva e quale intimidazione verso le forze di sicurezza, dimostrando le serie lacune del Governo nel difendere le famiglie dei militari in guerra contro i narcos. “Con questa azione, i trafficanti hanno voluto inviare un messaggio ai militari ed al governo”, ha dichiarato Raul Benitez, esperto in sicurezza. “E’ la rappresaglia della famiglia Beltran Leyva, ed e’ molto preoccupante e dovrebbe mettere in allerta il Governo”, conclude Benitez.
La risposta delle autorita’ non tarda pero’ ad arrivare. Il 23 Dicembre vengono arrestati quattro informatori dei Los Zetas, gruppo alleato del cartello Beltrán Leyva e che avrebbe portato a termine il massacro. Il 30 Dicembre Geudiel Iván Sánchez Valdez, detto “El Poblano”, esecutore materiale della strage e membro degli Zetas , viene arrestato a Chiapas. Il 3 Gennaio 2010, nel corso di operazioni simultanee eseguite nelle citta’ di Villahermosa e Cárdenas, vengono catturati altri cinque membri dei Los Zetas collegati all’ esecuzione della famiglia Córdova. Si tratta di Iván Herrera de la Cruz, detto “El Iván”; Xavier Alexis Rivera Valencia, detto “El Cachetón”; Isaías Hidalgo Sánchez, detto “El Chay”; Carlos Domínguez Ramos ed Eduardo López Tecpin, “El Tiburón”



