Egitto, 29 Settembre 2008

“Si è giunti a questo risultato grazie alla professionalità e all’efficienza degli uomini della nostra intelligence e delle forze speciali italiane.” – Franco Frattini


La zona del rapimento ed i nomi dei cinque ostaggi italiani (&copy Ansa - Centimetri)



Sono stati liberati con un raid effettuato in Egitto dalle forze speciali egiziane, italiane e tedesche, i diciannove turisti rapiti Venerdi 19 Settembre 2008 durante un safari a bordo di 4×4 a sud dell’ Egitto, poco distante dal confine con il Sudan. Il gruppo, costituito da cinque italiani, cinque tedeschi, una rumena ed otto egiziani, era stato bloccato nel corso della gita da un commando di banditi provenienti dal Ciad. Dopo una iniziale confusione sulla sorte degli ostaggi (che il Governo egiziano dava per liberi gia’ tre giorni dopo il rapimento), il 23 Settembre l’ agenzia Associated Press cita fonti ufficiali secondo le quali le autorita’ tedesche avrebbero avviato le trattative per il pagamento ai banditi di sei milioni di Euro. Verso le ore 20:00 dello stesso giorno, il Governo sudanese informa che le forze armate avrebbero circondato un’ area poco distante dalla massiccio di Gebel Uwainat (una catena montuosa di quaranta chilometri a cavallo tra Egitto, Sudan e Libia) dove avrebbero localizzato i movimenti del gruppo di rapitori e sequestrati. Le autorita’ escludono per il momento l’ intervento armato per liberare gli ostaggi.



Giovedi’ 25 Settembre, viene comunicato che il gruppo avrebbe abbandonato il Sudan per sconfinare in Libia. Secca la smentita di un funzionario del Ministero degli Esteri di Tripoli il quale, parlando in condizione di anonimato, ha detto che le autorità libiche hanno avviato le ricerche dei rapiti non appena è circolata la notizia di un loro possibile trasferimento in Libia, senza ottenere però alcun risultato. Questo “significa che non si trovano in territorio libico”, ha dichiarato il funzionario. E’ altamente probabile invece che i banditi abbiano effettivamente sconfinato in Libia, sfruttando il lassismo dei pattugliamenti effettuati dalle forze armate libiche lungo il confine sudanese.



Lunedi 29 Settembre 2008: forze speciali egiziane riprese presso un aeroporto militare non lontano dal Cairo dopo la liberazione degli ostaggi (Foto Reuters / Amr Dalsh)



Domenica 28 Settembre, Ali Youssouf, direttore del protocollo al Ministero degli Esteri sudanese, comunica che i rapitori avrebbero nuovamente spostato gli ostaggi dalla Libia al Sudan, per dirigersi verso la frontiera egiziana. Ma e’ nella stessa giornata del 28 Settembre che la vicenda assume un risvolto drammatico. Uno dei veicoli dei rapitori (con a bordo otto uomini) viene intercettato da un mezzo dell’ esercito sudanese. Ne scaturisce un inseguimento ed un conflitto a fuoco, al termine del quale vengono abbattuti sei rapitori. Due balordi vengono catturati ed interrogati, rivelando che gli ostaggi sarebbero stati portati in Ciad da un gruppo di trentacinque complici giunti appositamente dal Paese. Il trasferimento sarebbe avvenuto proprio nel corso dello scontro con le forze sudanesi. Nel corso del conflitto a fuoco, hanno successivamente riferito fonti militari, è rimasto ucciso anche il capo del gruppo dei rapitori, originario del Ciad. Le autorità ciadiane hanno da parte loro smentito che i sequestratori siano nel territorio del Ciad.



Lunedi 29 Settembre 2008: forze speciali egiziane riprese presso un aeroporto militare non lontano dal Cairo dopo la liberazione degli ostaggi (Foto AFP / Cris Bouroncle)



L’ odissea dei rapiti ha finalmente avuto termine Lunedi 29 Settembre, quando, grazie ad un raid effettuato dalle forze speciali egiziane, italiane e tedesche in Egitto, tutti gli ostaggi vengono liberati incolumi. L’ operazione di salvataggio è “il risultato di una collaborazione internazionale della quale dobbiamo essere davvero grati alle autorità degli altri Paesi che hanno lavorato con noi”, ha detto il Ministro egli Esteri Franco Frattini, il quale ha anche assicurato che non sarebbe stato pagato ai sequestratori alcun riscatto. “Si è giunti a questo risultato grazie alla professionalità e all’efficienza degli uomini della nostra intelligence e delle forze speciali italiane (…) E’ stata un’ operazione di ottima professionalità – ha aggiunto il Ministro Frattini – e dobbiamo ringraziare gli amici tedeschi, ma anche Paesi amici come il Sudan e l’ Egitto.” Per quanto concerne le forze speciali che hanno partecipato al raid (se di raid effettivamente si sia trattato) e’ probabile che la task force sia stata costituita da elementi del CO.F.S. provenienti dal Col Moschin e dal Gruppo Operativo Incursori. La Germania potrebbe invece aver attivato il Kommando Spezialkräfte.



I cinque tutisti italiani, tutti in buone condizioni fisiche, sono stati accolti al Cairo dall’ Ambasciatore italiano in Egitto, Claudio Pacifico, per essere successivamente trasferiti presso l’ ospedale militare di Maadi. Una volta in Italia gli ex ostaggi verranno sentiti dalla Procura di Roma, la quale ha aperto un’ inchiesta per il reato di sequestro a scopo di estorsione.

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