
La Royal Canadian Mounted Police (R.C.M.P., Reale Polizia a Cavallo Canadese) è la forza di polizia federale canadese, con giurisdizione su tutte le provincie, arrivando a coprire circa duecento municipalità in tutto il Paese. Il ruolo della R.C.M.P., prevede inoltre lo svolgimento di compiti di controspionaggio e l’ esecuzione di indagini ed operazioni antiterrorismo. La vastità del territorio canadese e lo stato di parziale isolamento nel quale vivono (in particolar modo nel corso della lunga stagione invernale) diverse comunità, ha subito posto la forza di polizia nella necessità di stabilire una salda rete di comunicazioni attraverso tutta la nazione, onde assicurare un servizio capillare in tutto il Paese. La R.C.M.P. è costituita dalle Divisioni “E” (responsabile per la Columbia Britannica), “M” (Yukon), “D” (Manitoba), “F” (Saskatchewan), “G” (Territori del Nord-Ovest), “K” (Alberta), “O” (Ontario), “C” (Quebec), “A” (Regione della Capitale), “B” (Newfoundland), “H” (Nuova Scozia), “J” (New Brunswick) ed “L” (Isola di Prince Edward).

Nel 1976, a seguito della montante ondata di violenza terroristica di stampo politico e religioso che stava minacciando le democrazie occidentali, ed in vista delle Olimpiadi Invernali di Montreal, la Royal Canadian Mounted Police dà alla luce l’ Emergency Response Team (E.R.T.), squadra per il controterrorismo sorta sulle ceneri dell’ Hostage and Rescue Patrol (HA.R.P.). L’ E.R.T. amalgamò le tattiche delle unità S.W.A.T. (Special Weapons And Tactics), con quelle più prettamente militari impartite dagli istruttori della 1st Special Service Force delle Forze Armate canadesi. L’ unità era inizialmente costituita da team di sette agenti (tutti volontari), tra i quali trovavano spazio due tiratori scelti muniti di fucili di precisione canadesi C3A1 in cal.7,62mm. e di fucili d’ assalto M-16A1 in cal.5,56mm., muniti di ottiche di precisione. Le Olimpiadi del 1976 si svolsero senza incidenti, mentre, unitamente alle squadre E.R.T. in allerta per intervenire su tutto il suolo nazionale, altri distaccamenti si trovavano in stand-by in ogni provincia, con particolare attenzione nei confronti della Regione della Capitale e di Ottawa, ove era presente una unità E.R.T. in allerta permanente. A seguito dell’ acuirsi della situazione internazionale a metà degli anni ’80, la R.C.M.P. decise di aumentare il numero degli operatori dell’ E.R.T. da cinquanta a settantadue e di porli in condizione di poter fronteggiare tanto dirottamenti aerei ed assalti ad ambasciate su suolo nazionale, quanto la risoluzione di crisi aventi ad oggetto cittadini canadesi all’ estero.

L’ Emergency Response Team venne quindi dotato di una struttura e di un mandato che gli consentisse di operare anche su suolo straniero, in maniera simile al G.S.G.9 tedesco, il quale effettuò diversi scambi con l’ unità. Gli agenti canadesi vennero inoltre addestrati dall’ Hostage Rescue Team dell’ F.B.I. statunitense, dal 1st S.F.O.D.-D. dello U.S. Army, dal Counter Revolutionary Warfare Wing dello Special Air Service britannico, dalle forze speciali dell’ Israeli Defense Forces e da numerose altre formazioni europee ed asiatiche. L’ unità finì ovviamente per adottare la maggior parte dell’ equipaggiamento in uso dalle formazioni sopra citate, tra cui le pistole mitragliatrci Heckler&Koch MP-5 e la granata stordente britannica G-60 (meglio nota come flashbang). Potevano entrare a far parte dell’ E.R.T., solo agenti con considerevole esperienza ed i quali avessero presentato domanda volontaria. Al termine del durissimo processo di selezione (considerato alla pari di quello in uso per la 1st Special Service Force delle Forze Armate), l’ aspirante operatore si trovava a fronteggiare quattro mesi di addestramento al combattimento, i quali si protraevano per due ulteriori mesi nel caso dei tiratori scelti.

