
Il C.O.F.S. (Comando interforze per le Operazioni delle Forze Speciali ) ha sede presso l’ex aeroporto di Centocelle (Roma) e rappresenta la risposta italiana alla crescente necessità di disporre di un comando unificato per le Forze Speciali. L’emblema del C.O.F.S. si ispira all’ elemento cardine dell’opera pittorica “Il giuramento degli Orazi” di Jacques-Louis David (1784), nel quale il Padre affida ai figli le armi con cui affronteranno i Curiazi di Alba Longa. La vittoria degli Orazi porta allla supremazia di Roma su tutte le altre tribu’ del Lazio, dando cosi’ ufficialmente inizio alla storia romana. Nell’emblema la mano del Padre (che rappresenta la Patria) affida ai tre figli altrettante spade a simboleggiare la terra, il mare ed il cielo, ovvero gli ambiti operativi delle forze speciali facenti parte del C.O.F.S. Uno scudo della fanteria romana racchiude il tutto. Il motto del C.O.F.S., “etiam si omnes ego non”, e’ rappresentato da una citazione tratta da S. Paolo, nella quale si esorta l’uomo eletto a vivere secondo le piu’ alte virtu’ dello spirito e della morale, cosi’ da spiccare sulla massa. Il C.O.F.S. nasce il primo dicembre 2004, quale Reparto Incursori paracadutisti interforze, sulla base di una decisione dell’allora Capo di SMD (Amm. Di Paola) scaturita da volere del Ministro della Difesa pro-tempore On. Martino. Il Comando è posto sotto la diretta autorità del Capo di Stato Maggiore. Di esso fanno parte il 9° rgt. d’ Assalto Incursori Paracadutisti “Col Moschin” dell’ Esercito, il Gruppo Operativo Incursori della Marina Militare, il 17° Stormo Incursori dell’ Aeronautica ed il Gruppo d’Intervento Speciale dell’ Arma dei Carabinieri. “Si tratta di un comando operativo interforze – afferma l’ Ammiraglio Giampaolo Di Paola, Capo di Stato Maggiore della Difesa – che ha il compito di pianificare e gestire le operazioni di tutte le forze speciali italiane”. Il Comando sarà esclusivamente costituito da personale di staff, mentre gli operatori resteranno di stanza presso i rispettivi reparti e saranno messi a disposizione quando richiesto. Dal C.O.F.S. dipende il COM.FO.S.E. (Comando delle Forze Speciali dell’Esercito) operativo dal 19 Settembre 2014 e del quale fanno parte il 9° rgt. d’ Assalto Incursori Paracadutisti “Col Moschin”, il 185° Reggimento Ricognizione Acquisizione Obiettivi, il 28° Reggimento Comunicazioni Operative “Pavia”, il 4° Reggimento Alpini Paracadutisti ed il 3° Reggimento Elicotteri per Operazioni Speciali “Aldebaran”.


L’ impiego congiunto di elementi provenienti dal “Col Moschin” e dal G.O.I. nell’ ambito delle operazioni in Afghanistan ed Iraq, ed inseriti rispettivamente nella Task Force “NIBBIO” e nella Base Operativa Incursori, ha portato a risultati largamente encomiati tra la comunità internazionale delle forze speciali. Entrambe le unità si sono distinte in operazioni quali il salvataggio dell’ ostaggio britannico Gary Teeley, e la riacquisizione dei ponti di Nassiriyah denominati “ALPHA”, “BRAVO” e “CHARLIE” nel corso dell’ operazione “PORTA PIA” del 6 aprile 2004. Lo Stato Maggiore Difesa, ha quindi deciso (dopo un anno di attenti studi) di dare vita al CO.F.S., per l’ affinamento delle capacità operative interforze di entrambi i reparti e di integrarle con le rimanenti Forze Speciali delle altre Armi, in virtù di dispiegamenti futuri che richiedano la presenza di specifiche professionalità, all’ interno di uno strumento costituito da elementi perfettamente integrati fra loro. Lo Stato Maggiore ha inoltre proposto l’ allocazione di una cellula Quartier Generale del CO.F.S., quale base per la Combined Joint Special Operations Task Force della N.A.T.O., il Comando congiunto per le operazioni delle forze speciali del Patto Atlantico. Nel 2008, al termine di un lungo percorso addestrativo che ha portato le Forze Speciali a confrontarsi con procedure e tematiche NATO di estrema complessità, il C.O.F.S. viene validato dall’Alleanza Atlantica come Comando di Componente per le Operazioni Speciali nel quadro della NATO Response Force.

Purtroppo, il 3 febbraio 2005, il CO.F.S. ha dovuto registrare la perdita del Capitano di Fregata Bruno Vianini, facente parte del Gruppo Operativo Incursori del COM.SUB.IN. e vice Comandante del C.O.F.S., cui era stato assegnato a partire dal 1° novembre 2004. Nato a Roma il 7 febbraio 1963, Vianini si era recato in Afghanistan per una missione di ricognizione, ed era a bordo del Boeing 737 della Kam Air, in volo da Herat a Kabul con 104 persone a bordo (96 passeggeri e 8 membri dell’ equipaggio), precipitato a causa del maltempo. Gli altri due italiani che hanno perso la vita nell’ incidente, lavoravano nella regione in attività di cooperazione.
