Trattandosi di una rappresentanza diplomatica (ed essendo quindi a tutti gli effetti classificata quale territorio sottoposto a giurisdizione straniera), il Governo svizzero ha dovuto ottenere il nulla osta per l’ intervento direttamente dalla Spagna.
Piantina del centro di Berna con, in evidenza, l' ubicazione del Consolato Spagnolo (ANSA-CENTIMETRI)
Poco prima delle ore otto di lunedì 7 febbraio 2005, tre uomini armati irrompono all’ interno del Consolato spagnolo di Berna (Svizzera), ubicato al civico 12 di Marienstrasse, nella zona di Kirchenfeld. I tre elementi, armati di un coltello e di una pistola, intimano immediatamente ad un impiegato di aprire la cassaforte. Contemporaneamente, un’ automobile sopraggiunge dinnanzi alla rappresentanza diplomatica, provocando la reazione di uno dei malviventi, il quale aggredisce l’ autista (anch’ egli un dipendente del Consolato), che, ferito, riesce comunque a fuggire e dare l’ allarme. La Kantonspolizei Bern (la Polizia del Cantone di Berna), informata di quanto in corso, allerta l’ unità di crisi “Presa d’ Ostaggi e Ricatti” (mobilitata per la prima volta dopo sei anni), la quale provvede all’ attivazione ed al dispiegamento nell’ area di crisi del Sondereinsatzkommando “Enzian”, unità per il controterrorismo della Kantonspolizei Bern.
Lunedì 7 febbraio 2005, Berna: operatori del Sondereinsatzkommando Enzian (unità per il controterrorismo della Polizia del Cantone di Berna) ripresi nei pressi del Consolato Spagnolo, dove tre uomini armati hanno preso in ostaggio una coppia di impiegati (Foto &Copy Associated Press /Keystone, Edi Engeler)
Successivamente, due dipendenti vengono rinchiusi all’ interno di una stanza al primo piano dell’ edificio. Ignoto il movente del gesto, anche se si esclude la matrice terroristica. Il commando (i cui membri si esprimevano in francese, con accento nord-africano) avrebbe verosimilmente agito a scopo di rapina.
Lunedì 7 febbraio 2005, Berna: gli agenti dell' Enzian in progressione verso l' entrata del Consolato
Le forze dell’ ordine, accorse sul luogo della crisi, hanno provveduto a cinturare l’ intera area, dispiegando unità di tiratori scelti, K9 (cinofili) e veicoli blindati Mowag Piranha, anche se sembra oramai chiaro come i tre malviventi fossero riusciti a darsi alla fuga prima ancora che il cordone di forze dell’ ordine venisse steso intorno all’ area. Quando alle ore 13:30 circa, (dopo aver intimato la resa) una dozzina di operatori dell’ “Enzian” muniti di caschi balistici, giubetti antiproiettile, pistole, pistole mitragliatrici H&K MP-5 e fucili a pompa Remington, hanno fatto irruzione all’ interno del Consolato, dei malintenzionati non vi era più alcuna traccia.
Solo tre ore prima, sfruttando un’ uscita ubicata sul retro dell’ edificio, le forze dell’ ordine avevano effettuato l’ evacuazione dei due ostaggi ancora presenti all’ interno. Trattandosi di una rappresentanza diplomatica (ed essendo quindi a tutti gli effetti classificata quale territorio sottoposto a giurisdizione straniera), il Governo svizzero ha dovuto ottenere il nulla osta per l’ intervento direttamente dalla Spagna. Sembra che il commando armato avesse effettuato l’ irruzione allo scopo di appropriarsi di passaporti o di timbri per i visti, valutabili sul mercato nero fino ad un massimo di 8000 franchi ciascuno, anche se nulla risulta essere stato sottratto dal Consolato, già oggetto, in passato, di tentativi di furto.
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