Nel settembre 1998, sotto l’ impulso di una direttiva emanata dal Joint Chiefs of Staff Hugh Shelton, un gruppo di militari venne riunito dall’ allora Comandante dello Special Operations Command (S.O.COM.), il Generale Peter Schoomaker, onde formare una nuova unita’. Recante il nome di Able Danger, il reparto avrebbe avuto il delicato compito di raccogliere informazioni che sarebbero state d’ ausilio alla lotta al terrorismo, impiegando principalmente (ma non solo) software di data mining e focalizzandosi in particolar modo sulle attivita’ del network terroristico di Al Qaeda. Benche’ scarse siano le informazioni riguardanti la composizione dell’ unita’, e’ lecito credere che essa sia stata formata attingendo a personale proveniente dai servizi di intelligence di ogni arma, con particolari qualifiche nel campo dell’ electronic warfare. L’ esistenza di Able Danger e’ stata pero’ svelata al Congresso (e quindi all’ opinione pubblica) solamente il 27 giugno 2005 dal Senatore Curt Weldon (Vicepresidente dei comitati dell’ House Armed Services and Homeland Security), nel corso di un’ audizione inerente le indagini sull’ 11 settembre 2001. “Sono venuto a conoscenza del fatto che una delle nostre agenzie federali (Able Danger; Ndr) aveva effettivamente identificato la cellula newyorkese di Mohamed Atta precedentemente all’ 11 settembre”, ha dichiarato Weldon. “So anche che nel settembre 2000 – continua il Senatore – “quella stessa agenzia federale era sul punto di contattare l’ F.B.I. per smantellare la cellula della quale facevano parte Atta ed altri elementi terroristi. I militari sono stati fermati perche’ i legali del Dipartimento della Difesa hanno erroneamente comunicato loro che Atta era in possesso di una Green Card e che non sarebbe stato legale per un’ agenzia militare operare contro chi e’ in possesso di essa.”
Gli uomini di Able Danger sarebbero quindi stati realmente in grado di fermare i folli piani dei dirottatori dell’ 11 settembre? Per rispondere a tale quesito e’ necessario effettuare un passo indietro nel tempo, fino al novembre 1998, quando Mohamed Atta e tre altri terroristi si trasferiscono in un appartamento con quattro stanze da letto ad Amburgo (Germania). L’ anno successivo, l’ intelligence tedesca pone Atta sotto sorveglianza. E’ a questo punto che la Central Intelligence Agency statunitense avrebbe reclutato l’ uomo d’ affari tedesco Mamoun Darkazanli, allo scopo di infiltrarsi nella cellula di Atta. Gli agenti della C.I.A. si spostarono successivamente presso Francoforte ed in altri centri della Germania, onde seguire le attivita’ della cellula terroristica. Non e’ chiaro quando Able Danger venne effettivamente coinvolta nell’ operazione, ma e’ oramai certo che nel settembre 2000 l’ unita’ aveva positivamente individuato Atta insieme ad altri tre dei dirottatori dell’ 11 settembre nel quartiere di Brooklin (New York). Quello che in molti ritengono incredibile, e’ che Atta, benche’ sotto sorveglianza, avesse ottenuto l’ accesso agli Stati Uniti d’ America per mezzo di un visto studentesco rilasciato dall’ Ambasciata statunitense di Berlino nel maggio 2000. I servizi di sicurezza tedeschi, ritengono che cio’ sia stato reso possibile perche’ gli organi investigativi statunitensi desideravano osservare piu’ da vicino le mosse della cellula terroristica. Mohamed Atta giunse negli Stati Uniti il 3 giugno 2000, soggiornando dapprima in diversi motel del New Jersey e di altre localita’ sulla costa est, per poi stabilirsi in Florida, dove si sarebbe iscritto presso la Huffman Aviation Flying School. Nel maggio 2001, il terrorista aveva affittato un appartamento ad Hollywood, in Florida. E’ possibile che Able Danger tenesse sotto sorveglianza Atta anche su suolo americano, mentre e’ oramai certo come il reparto avesse seguito il terrorista in un suo viaggio a Praga (Cecoslovacchia) solo un mese prima.
Il Tenente Colonnello Anthony Shaffer, ex membro di Able Danger
A questo punto Able Danger aveva raccolto sufficienti dati da consentire all’ F.B.I. di intervenire e bloccare la celula “dormiente” guidata da Atta, ma gli ufficiali dell’ unita’ furono costretti ad uniformarsi alla direttiva (voluta da Jamie Gorelick, Deputy Attorney General dell’ allora Presidente Bill Clinton) che impediva agli operatori dei servizi di sicurezza di trasmettere informazioni ad investigatori criminali. “Ero sul punto di commettere un atto di insubordinazione per far si che le indagini potessero proseguire”, ricorda il Tenente Colonnello Anthony Shaffer dello U.S. Army, ex membro di Able Danger. L’ unita’ cerco’ infatti di porsi in contatto con l’ F.B.I. per ben tre volte nel settembre 2000, ma tali meeting non furono mai effettuati a causa della legislazione esistente. Able Danger aveva compilato un dettagliato registro di tutti gli spostamenti effettuati da Atta tra gli Stati Uniti e l’ Europa ed i membri dell’ unita’ erano oramai certi del legame esistente tra il terrorista ed Al Qaeda. Tanto il Tenente Colonnello Shaffer quanto il Capitano della U.S. Navy Scott Philpott, vennero successivamente ascoltati dalla commissione sull’ 11 settembre, ma entrambi affermano come le loro dichiarazioni non fossero state tenute in considerazione. Philpott ha cosi’ dichiarato ai giornalisti in merito alle attivita’ di Able Danger in relazione alle indagini su Mohammed Atta e la sua cellula: “Non discutero’ questo fuori della mia catena di comando. Ho gia’ deposto dinnanzi al Department of the Army, allo Special Operations Command ed all’ ufficio dell’ Undersecretary of Defense for Intelligence, Dr Cambone, nonche’ dinnanzi alla commissione 11 settembre. Quello che ho raccontato e’ supportato dai fatti. Atta e’ stato positivamente identificato da Able Danger tra il gennaio ed il febbraio 2000.”
Thom Kean e Lee Hamilton, rispettivamente Presidente e Vicepresidente della commissione 11 settembre, vennero a conoscenza dell’ esistenza di Able Danger il 21 ottobre 2003, a seguito di un incontro tra i membri della commissione ed ufficiali d’ intelligence dello U.S. Army, avvenuto il 12 luglio dello stesso anno presso la base aerea di Baghram, in Afghanistan. In quell’ occasione, un ufficiale della U.S. Navy presente, prego’ la commissione affinche’ Able Danger (nel frattempo sciolta) venisse nuovamente ricostituita, in virtu’ dell’ ottimo lavoro svolto. Lo stesso ufficiale affermo’ di aver visto (ben prima dell’ 11 settembre 2000) la fotografia di Mohammed Atta appiccicata su di una lavagnetta in uno degli uffici impiegati da Able Danger, oltre a materiale datato Febbraio-Aprile 2000, il quale indicava Atta quale membro di una cellula di Al Qaeda di stanza a Brooklin. L’ ufficiale in questione specifico’ come tali informazioni fossero successivamente state cancellate dai documenti ufficiali del Department of Defense, per timore che le operazioni di spionaggio militare fossero state effettuate su suolo americamo (una pratica vietata). A corroborare tale ipotesi, vi sarebbero le ricerche effettuate daI Tenente Colonnello Shaffer il quale, dopo essersi messo in contatto con Curt Weldon, e’ riuscito a stabilire che un ingente quantitativo di informazioni inerenti l’ attivita’ di sorveglianza effettuata da Able Danger nei confronti di Mohammed Atta e dei suoi uomini, sia stata effettivamente eliminata dagli archivi del Department of Defense o piu’ semplicemente non fornita alla commissione sull’ 11 settembre. Shaffer ha dichiarato di aver preso parte al meeting presso Baghram e di aver ricevuto una richiesta per un ulteriore incontro (fissato nel gennaio 2004) con i membri della commissione, ma successivamente cancellato da questi ultimi. Kean ed Hamilton hanno cosi’ dichiarato sull’ attivita’ di Able Danger: “L’ operazione condotta dall’ unita’ non si rivelo’ quale significativa nel quadro della politica statunitense nei confronti di Bin Laden ed Al Qaeda.”
Le informazioni raccolte da Able Danger, furono in ultimo valutate da Kean ed Hamilton come non rilevanti ed escluse dal rapporto finale della commissione, nel quale si afferma come gli organi di sicurezza statunitensi non fossero stati in grado di identificare Atta quale un terrorista precedentemente all’ 11 settembre. In merito a quanto dichiarato da Shaffer sui dati raccolti dall’ unita’, il portavoce del Pentagono, Larry Di Rita, ha dichiarato che “non e’ stato possibile venire in possesso delle informazioni che Shaffer dichiara esistano sulle indagini svolte da Able Danger. Tutto si basa sui ricordi di alcuni individui, ma nessuna informazione e’ in grado di sostanziare tali ricordi.” Il programma Able Danger e’ oramai defunto e con esso sono scomparse tutte le prove relative alle indagini effettuate sul conto di Mohamed Atta e dei suoi complici, una scomparsa che Curt Weldon afferma non essere stata affatto casuale. Il 15 settembre 2005, il Senatore ha infatti dichiarato di aver individuato un impiegato, il quale sarebbe stato incaricato di distruggere 2.5 terabyte di dati raccolti da Able Danger due anni prima l’ 11 settembre 2001, attraverso operazioni di data mining di fonti aperte.
Il Pentagono si e’ nel frattempo mosso contro il Tenente Colonnello Shaffer, formulando nei suoi confronti diversi capi di accusa quali “obtaining a service medal under false pretenses, improperly flashing military identification while drunk.” I legali di Shaffer (oggi impiegato nella Defense Intelligence Agency, D.I.A.) ritengono come questa sia una mossa atta esclusivamente a minare le affermazioni dell’ ufficiale su Able Danger. Shaffer e’ uno dei cinque militari ai quali e’ stato espressamente vietato di riferire sulle attivita’ di Able Danger dinnanzi al Congresso. La sua abilitazione di sicurezza e’ stata infatti ritirata esattamente il giorno precedente all’ audizione nel corso della quale avrebbe dovuto testimoniare. Secondo i documenti in possesso di Mark Zaid, legale di Shaffer, la D.I.A. starebbe inoltre mettendo in dubbio l’ assegnazione all’ ufficiale della Meritorious Service Medal. Nonostante i tentativi di demolire la crediblita’ di Shaffer, altri testimoni non hanno esitato a farsi avanti supportando le dichiarazioni dell’ ufficiale dello U.S. Army. Uno di questi e’ J.D. Smith, un contractor civile assunto da Able Danger, il quale ha confermato come il progetto prevedesse l’ analisi di dati provenienti da un ampio numero di fonti pubbliche, oltre che da circa una trentina di elementi degni di interesse. Smith afferma che il nome di Atta sarebbe emerso nel corso dell’ esaminazione di individui noti per aver avuto legami con Omar Abdel Rahman, una delle figure cardine del primo attentato al World Trade Center nel 1993. Ma le informazioni indubbiamente piu’ interessanti sono quelle provenienti dalla testimonianza del Maggiore Eric Kleinsmith (capo dell’ intelligence dello U.S. Army fino al febbraio 2001), il quale ha affermato di aver ricevuto l’ ordine di distruggere tutte le informazioni raccolte da Able Danger. “C’ erano due sezioni di informazioni – ricorda l’ ufficiale – classificate e non. Ve ne era anche una denominata ‘all sorts’, la quale conteneva una fusione delle due, ed una ulteriore dedicata alle tabelle prodotte dall’ unita’.” Kleinsmith ha cancellato i 2.5 terabyte di informazioni (proprio quelli cui aveva precedentemente accennato il Senatore Weldon) tra il maggio ed il giugno 2000, per ordine di Tony Gentry, consigliere generale dell’ Army Intelligence and Security Command. Il 1 settembre 2005, il Department of Defense ha annunciato di aver rintracciato tre altri testimoni, i quali hanno confermato come Able Danger avesse prodotto una tabella la quale riportava il nome o la foto di Atta, indicandolo quale operativo di Al Qaeda. Il Pentagono ha ritenuto i testimoni “credibili”, senza pero’ aggiungere altro.
Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito - By continuing to use the site, you agree to the use of cookies. more information
Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito - The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.